sabato 8 settembre 2007

SAN ROCCO E LA “CIAMMELLA” di Adriana Ersi

“Ad meliora” concludeva l’articolo pubblicato su “Ciociaria oggi” lo scorso anno, intitolato “Sulle orme del Santo”. La frase augurale era rivolta al Comitato perché facesse conoscere meglio la storia di San Rocco e unisse, nel suo nome, i nostri concittadini in un intento comune: la necessità del dare, utile per percorrere insieme il meraviglioso cammino verso il regno di Dio.
Nell’articolo si annunciava l’obiettivo che il Comitato si prefiggeva di raggiungere: “un banco per la Chiesa”. Così il giorno 20 marzo 2007, data in cui da qualche anno ormai ricorre la “Festa del socio”, si è tenuta con viva soddisfazione di tutti la “giornata di ringraziamento”, per chi aveva lavorato nel raccogliere, per chi aveva gareggiato nel dare; festa in cui ha avuto luogo la consegna di targhe, di pergamene e del premio per il miglior socio dell’anno.
Il Presidente, Massimo Alessandrini, ha reso noto ai presenti, accorsi numerosi, come nel dare spontaneo nessuno avesse lesinato, alcuni addirittura avevano rateizzato la somma pur di raggiungere la quota prevista, consegnata ad una ditta specializzata di Latina cui l’opera era stata commissionata.
Nello stesso tempo, con una pregiata stoffa, dono della Klopman, sono stati realizzati dalla maestra Graziella Cerilli eleganti panneggi che hanno impreziosito l’altare, i leggii e le poltroncine della chiesetta, tutti ornati di dolcissimi ghirigori in oro, e un drappo per adornare il frontone della facciata nelle grandi occasioni. Sono state confezionate anche le tuniche per gli incollatori sul modello di quella di San Rocco. La chiesetta ha assunto ora un tono più rappresentativo, aggraziato e confortevole. Sarà possibile quindi vivere meglio le celebrazioni officiate da Don Antonio che si svolgeranno durante l’anno.

Il Comitato si propone di lavorare anche a un altro progetto che prevede l’istallazione di un impianto adeguato per il riscaldamento e il raffreddamento dell’aria. Vuole poi promuovere una campagna di sensibilizzazione per il recupero di un altro trono del Santo, antica opera del Settecento. Per questi progetti il Comitato si avvarrà di sponsor e dei proventi del mercatino artigianale sostenuto dai soci Graziella Cerilli, Adriana Romiri, Anna Zuccaro e dalla sottoscritta. Un’altra iniziativa è di contribuire all’allestimento del Museo Iconografico Europeo con sede a Capriate al Volturno (Caserta), che raccoglierà immagini antiche e moderne del Santo, di stendardi e di quanto di sacro possa avere attinenza con San Rocco.

Per quest’anno non sono previsti pellegrinaggi. Si sta organizzando, invece, una gita a Capriate. La visita servirà a conoscere meglio questo grande Santo, ricordato di solito solo come protettore di una malattia ormai debellata (ma quanti sono ancora i bubboni che minacciano la nostra società!) e per quel suo strano aspetto: un barbone malandato, con un bubbone sanguinolente, accompagnato da un cagnolino e sostenuto da un nodoso bastone con infilzate delle ciambelle. Ma chi è stato in realtà questo campione della carità umana che spicca tra le figure del Cristianesimo? Ripetiamocelo. San Rocco è stato ed è tuttora l’Apostolo dei malati incurabili, un tempo gli appestati, ora gli emarginati e i senza tetto. E’ il vero Pellegrino della Carità, il Pellegrino dell’Assoluto. Da qui il fascino che questa figura esercita su chiunque vi si avvicini.
Accostarsi alle immagini del Santo, a Capriate, avrà quindi un valore religioso e artistico. Quanti vorranno partecipare potranno rivolgersi al nostro Comitato “Amici di San Rocco di Supino”.

Tante sono le opere scultoree e i dipinti del Santo conservati nei luoghi a noi limitrofi. Questi piccoli capolavori sono custoditi in quasi tutte le chiese del circondario, sorte dal VII al XIV secolo, i secoli della peste, intitolate sia a San Rocco sia a San Sebastiano. Anche a Supino il culto di San Rocco coabita con quello di San Sebastiano, il flagellato dalle “quadrella” pestifere di omerica memoria. La chiesa di Supino fu anticamente adibita anche a lazzaretto e, dopo anni di quasi abbandono, venne ricostruita nel 1913 e ha tuttora mantenuto i due nomi. Fra le due statue dei santi particolarmente festeggiata e curata è proprio quella di san Rocco. La statua lignea che raffigura il Santo è di fattura barocca e di scuola romana. La macchina processionale su cui insiste è del XIX secolo ed è stata recentemente restaurata, nel 2006, per interessamento del Comitato, dall’ottima ditta di Palazzi Massimo. Quattro colonne lignee, rivestite di ottone, ne sovrastano il piedistallo, intorno ad esse c’è una schiera di bianco-rosati angioletti di legno che sembrano danzare, quasi a formare un trenino celestiale, forse per far sorridere il Santo, quest’uomo così provato dalle brutture della vita.

“Dulcis in fundo” vorrei ora parlare dell’ultima fatica del Comitato, la festa civile di quest’anno. Ve ne elenco i tratti principali. Saranno, come sempre, festeggiamenti “by night” e anche per questo forse più toccanti. Si svolgeranno sabato 1° e domenica 2 settembre, festa del Santo, principalmente dall’imbrunire fino a notte. Le due processioni, cui parteciperanno il clero e le autorità locali con stendardi e gonfaloni, saranno allietate dalla banda musicale, il popolo farà da scorta al Santo con i ceri accesi. Lungo il percorso si prega, si canta, si osanna il Santo, si raccolgono le filze di ciambelle, ciambelle a iosa, “ciammelle du magro” che il Santo benedirà lungo il cammino.
Quest’anno dieci bimbe vestite da ciociare le raccoglieranno, tra di loro, al centro, un angelo, simbolo della spiritualità divina. La sera della domenica il Comitato distribuirà le ciambelle agli incollatori e al popolo. La processione nelle due serate attraverserà l’intero centro storico, che per l’occasione sembrerà un parco scintillante di lampioncini, lustrini e bengala, rallegrato da scoppiettanti fuochi d’artificio. I partecipanti saranno allietati, il sabato, dalla fantastica orchestra di Giò Valeriani, mentre il Pastificio della ditta Pietrandrea offrirà prelibati gnocchi a tutti nella fantastica cornice dei giardini di Toronto. La domenica, al rientro della Statua del Santo, avrà luogo la tradizionale sagra della ciambella e del vino.
A questo proposito vorrei riportare una poesia scritta da anonimo per la circostanza.

SAN ROCCO E LA CIAMMELLA

E’ quasi notte fonda ormai
e la processione sosta alla spianata
si ferma, stanca, s’ode una strillata:
“San Rocco bono mejo
San Rocco caro
grazia pu chiglio
figlio mejo malato

Chesta grazia te la chiedo ogn’ora
fammo contenta, fosse la vota bona
accenna co’ gliu capo o gliu bastono
o ‘nu guaito du gliu cacciunno tejo bono”.

Ora San Rocco è ancora a San Bastiano
guarda lu case, la via, la fontana
gliu sguardo s’arresta su alla pedemontana,
benedice così vecchi, bambini,
cantanti, giocolieri, concertini,
canadesi, romane, ‘mericane
le luminarie lacrimano a cascate
le bombe scoppiettano a marcetta
ora è giunto alla soglia du la chiesetta.

Uno sguardo ai Giardini di Toronto
per l’occasione illuminati a giorno,
alla scritta su la stele “Non mutant animum qui trans mare currunt”
e ringrazia lo scultore che ce l’ha impressa
ma una madre straziata ancora aspetta

“Ho vinto la peste, quella nera,
solo co’ ‘na ciammella giornaliera”
par che dica il Santo, e dica alla madre
“Portagli ‘sta ciammella benedetta
corri portagli ‘nu pezzetto
benedetto col soffio dell’amore
dell’angioletto mio accompagnatore”.
Un toccasana ora è diventato
che ridà vita a chinque è malato.


Ormai nella chiesetta le ciambelle benedette sono sistemate, un monte di sfilze in attesa di distribuzione. Al di fuori, l’oratore fa l’ultimo panegirico del Santo, si eleva l’ultima preghiera, l’ultimo canto, mentre un altro “Evviva San Rocco!” il popolo grida. Si sgranocchiano dappertutto le ciambelle benedette e se ne conserva “nu puzziglio” per portarlo a chi sfortunatamente è dovuto rimanere a casa. I fuochi d’artificio s’incurvano, s’incrociano, piovono le ultime stelline multicolori che sembrano disegnate da mani angeliche, a cera, a biro, a pastello, a pennello. Cadono sul terreno, sui terrazzi, sui tetti delle case, nello smisurato palco che attende l’arrivo di un personaggio famoso, un’ugola d’oro melodiosa, dall’estensione quasi infinita, Albano Carrisi. E’ un degno collaudatore finale dell’operato svolto quest’anno dal Comitato, che non avrebbe potuto scegliere di meglio.

Grazie, dunque, al Comitato, “ad meliora!”.

Supino, 1° settembre 2007
La maestra Adriana Ersi

martedì 4 settembre 2007

LOTTERIA SAN ROCCO 2007

Lotteria di San Rocco
Supino 2 Settembre 2007

Numeri estratti

1° estratto
29491
Abbuffa Pizza per 4 persone
2° estratto
17973
Occhiali da sole
3° estratto
28693
Borsa in pelle
4° estratto
31102
Orologio Uomo
5° estratto
19536
Orologio Sweet Years
6° estratto
19552
Pranzo per due Persone
7° estratto
26987
Un ciondolo in Argento
8° estratto
28418
Anello in oro bianco da donna
9° estratto
10834
Macchina digitale fotogr.
10°estratto
2998
3 mesi palestra + 6 solarium
11°estratto
9950
Autovelox CDR 1000 TV C.
12°estratto
30664
Quad 50 cc. 4
13°estratto
11070
Lancia Ypsilon Passion




I premi sopra indicati possono essere ritirati entro e non oltre 30 gg. dalla data dell’estrazione.

Supino, 04 Settembre 2007

Il Presidente
Massimo Alessandrini

lunedì 23 luglio 2007

DOMENICA 02 SETTEMBRE

COMUNE DI SUPINO
COMITATO FESTA S.ROCCO
con il patrocinio della PRO LOCO,
la collaborazione dell'ANMIC
presentano
ALBANO CARRISI
in concerto
evento dell'anno a Supino
Albano è uno degli artisti italiani, che più di ogni altro ha contributo, con la sua inconfondibile voce, a far conoscere la musica italiana nel mondo.
Il Tour Mondiale “Cercami nel cuore della gente” è un susseguirsi di brani emozionanti che hanno fatto la storia della musica italiana ed e’ uno degli eventi più seguiti dell’anno, in Italia e all’estero.
Il Concerto di Albano è un messaggio di amore, di speranza e di pace.
Rai Uno riprenderà i momenti più belli del concerto con un’intervista all’artista che sarà trasmessa nel programma La vita in diretta di Michele Cocuzza.


INGRESSO LIBERO
Si consiglia di raggiungere l’area concerto con largo anticipo

mercoledì 11 aprile 2007

Un forum per la Festa di San Rocco a Supino


E' in rete all'indirizzo
il nuovo FORUM DEL COMITATO DI SAN ROCCO.
Un servizio per essere sempre più vicini ai tantissimi
fedeli e amici che ci seguono con tanto affetto.
Partecipate alle nostre discussione e soprattutto
aspettiamo le vostre proposte e i vostri consigli.
Per accedere direttamente al Forum cliccare sull'indirizzo
scritto in rosso oppure sul link specifico a fine pagina di questo bolg.
Vi saluto con grande affetto.


Il Presidente del Comitato
Massimo Alessandrini

sabato 7 aprile 2007

Foto di Petacciato





CONSIGLIO DIRETTIVO 2007


Il Comitato di San Rocco

A Supino, fin dal 1868, si celebra la Festa di San Rocco. Si festeggia ogni anno il sabato e la domenica della prima settimana di settembre con manifestazioni religiose e civili che la tradizione e la devozione hanno mantenuto sempre vive.
La preziosa statua del Santo è custodita nella Chiesa di San Sebastiano, all’ingresso del paese. Oggi la Festa è considerata tra le più importanti del paese, con un comitato molto efficiente che organizza ogni hanno manifestazioni civili e sagre popolari che coinvolgono migliaia di persone.

Presidente Onorario il sindaco pro tempore
On. Alessandro Foglietta
Il Parroco responsabile
Don Antonino Boni
Presidente
Massimo Alessandrini
Vice Presidente
Aldo Tomei - Giuseppe Bonome - Roberto Tomei
Segretario
Davide Mancini

Cassiere
Dario Mancini
Responsbile Amministrativo
Raffaele Pietrandrea

Ufficio legale e contratti
Pierluigi Scilinguo – Fabio Schietroma

Resp.Lotteria
Carlo Marchesini

Resp. Sponsor

Maurizio Zuccaro
Responsabile Tecnico
Fabrizio Sellari

Organizzazione Gite
Pippo Rossi

Progetti di Solidarietà
Adriana Ersi
Adriana Romiri
Graziella Cerilli
Anna Zuccaro
Consiglieri
Domenico Tomei Franco Mancini
Aldo Palitti Daniele Bianchi Fasani
Pietro Marchioni

Un percorso di Preghiera Con San Rocco di Adriana Ersi

In Pellegrinaggio con San Rocco
di Adriana Ersi

Seguendo le orme di San Rocco, il famoso pellegrino di Montpellier, il comitato di Supino “Amici di San Rocco” con numerosi adepti, nel mese di aprile ha deciso di intraprendere due pellegrinaggi sanrocchini prima a Venezia, poi a Petacciato (CB) per contribuire e rendere più duratura e solida la devozione per il Santo e per tramandarla ai giovani del nostro paese e per conseguire come fine ultimo per i partecipanti “virtude e conoscenza”.
A Supino, in una piccola chiesa, situata all’ingresso del centro abitato (che vanta un elegante tetto a capriate) è ubicata la statua di San Rocco che ha sempre affascinato grandi e piccoli per la sua povertà strutturale : bastone, mantello sdrucito, cappello sghimbesciato, borraccia e conchiglia, gli unici ornamenti della statua, ma dal suo volto senile, anzi tempo, s’irradia la gioia della sua santità, dalle sue deboli gambe impiagate la sua fede ed il suo apostolato.
Apostolo sì, S.Rocco, come S.Francesco d’Assisi, così è considerato dalla chiesa, perché come lui ha vissuto la sua giovane vita, per attuare quell’ideale di povertà evangelica essendo l’unico gaudio per immedesimarsi col Cristo.
Entrambi i Santi sono provenienti da facoltose famiglie : Francesco da ricchi mercanti, S.Rocco da agiata nobiltà francese. Quest’ultimo nato a Montpellier nel 1925 era l’unico figlio del governatore Giovanni Rog. Marchesi di Montpellier e della nobildonna Libera. Egli aveva impresso fin dalla nascita un segno indelebile : una croce di color vermiglio sul petto, il sigillo che Dio gli aveva dato della sua purezza e santità. Rimane orfano a 20 anni e, come promesso ai genitori, vende i suoi averi, ne fa dono ad ospedali, malati e disperati ed inizia così il suo pellegrinare alla ricerca della carità di Cristo. Seglie Roma come prima meta, in quanto centro della Cristianità. Si consacra alla Vergine Maria delle tavole, ricevendo la benedizione del vescovo di Montpellier. Così percorre le Alpi, arriva in Italia attraversando città piene di terrore, ammorbate dal contagio e dal fetore degli appestati ed inizia così, quasi a Roma, a curare i malati di Acquapendente. Quindi il viandante S.Rocco sapendo che il morbo aveva colpito anche gli abitanti del nord – Italia torna indietro. Si sofferma a Rimini, a Cesena, poi a Novara, a Piacenza (in tali città il morbo si era diffuso spaventosamente). Lì si appresta ai servizi più umili, perfino a portare gli ammalati a spalla nei lazzaretti.
Ma i digiuni prolungati, le notti insonni, indebolirono la sua giovane fibra e sulle rive del Po, nella sua gamba sinistra scopre il terribile bubbone. Qui a completare ora il gruppo statuario da spicco il famoso cane, con l’altrettanta famosa ciambella in bocca, tra i denti, che coadiuvato da un angelo riesce a sanargli la ferita nutrendolo col pane (la ciammella du pano così è chiamata nel nostro paese) rubato giornalmente al padrone, impedendo così che il giovane pellegrino dell’amore morisse del terribile morbo.
Guarito, continua quindi la sua instancabile opera di apostolato per altri 8 anni fino al ritorno al suo luogo di origine, ma i lunghi capelli incolti, la faccia scarna, segnata dalle fatiche lo rendono irriconoscibile, anzi considerato addirittura un brigante e come tale finisce in un’oscura prigione di Voghera. Passano cinque lunghi anni, rifiutato da tutti, nel carcere e la notte dell’Assunta rende la sua giovane anima a Dio. Il sacerdote con cui si confessa nel carcere rivela a tutti la sua identità convalidata dalla Croce ruggine impressa nel suo petto.
Viene sepolto a Voghera, quasi in concetto di Santità, e di lì in seguito, portato processionalmente a Piacenza in occasione di una pestilenza, la quale per sua intercessione cessò. Da allora S.Rocco è considerato il protettore delle malattie epidermiche ed epidemiche dei farmacisti, dei chirurghi, dei pellegrini, dei viandanti disperati in cerca di patrie migliori.
Sono passati 700 anni dalla sua morte, molti ma li sono stati dalla scienza debellati, ma purtroppo nuove peste affliggono l’umanità : l’invidia, la corruzione, malattie moralmente oggi quasi epidemiche difficilmente curabili, ci attanagliano portandoci talvolta alla morte morale e fisica. “San Rocco, liberaci da tutti i malori e al cielo conduceteci tra i beati cori!….” così cantando i supinesi durante il triduo e nelle processioni che si tengono in notturno il sabato e la prima domenica di settembre giorni della sua festività. Il Santo seduto tra un cumulo di filze di ciambelle sul suo trono angelico, ora restaurato dalla carità dei suoi fedeli benefattori, con in mano lo scettro, il suo rozzo bastone, incoronato dal vecchio e consunto cappello, affiancato dalla sua guardia d’onore, il piccolo cane che con la zampina alzata sembra salutare gli astanti. detenendo tra i denti “la ciammella benedetta quella du pano du zi” Terezia” mallozzetta” dispensata da sempre come toccasana ai mali fisici e morali sul piazzale Kennedy antistante la chiesetta tra grida di evviva, canti e fuochi d’artificio spettacolari. Il luogo è allietato da esposizioni artigianali varie il cui ricavato viene devoluto in beneficenza. Quest’snno tale beneficenza avrà per titolo “Un Banco per la chiesa”.
Le notizie agiografiche, ci sono state fornite nella visita a Petacciato in occasione della festa per il Convegno Europeo dell’Associazione Amici di San Rocco tenuto il 29 e 30 aprile 2006.
Qui fanno spicco gli sbandieratori dei luoghi vicini e lontani tra rulli di tamburo e musiche tipiche del luogo. Sono quasi tutti ragazzi fuorviati che la devozione delle associazioni sanrocchine mira ad allontanare dai pericoli della strada e della droga.
Nel nostro pellegrinaggio a Venezia abbiamo constatato invece che lo scopo sociale delle confraternite si estende per un raggio più largo. Qui la devozione per il Santo è unita all’arte e alla cultura. Per la protezione ai malati, ai poveri, agli emarginati sono sorte delle varie scuole di devozione a tutela degli interessi delle singole professioni dei lavoratori e degli artisti italiani e stranieri presenti in città. Le scuole erano suddivise in Grandi e minori. Alcune di esse esistono tutt’ora. Ne abbiamo avuto la riprova, dopo una serena passeggiata lacunare addentrandoci (pedibus calcantibus) per calli e calli risalendo e scendendo per ponti e ponti che fanno di Venezia la città lacunare più favolosa del mondo per raggiungere lo scopo ultimo del nostro viaggio. Dopo lungo pellegrinare siamo arrivati finalmente alla meta : la Scuola Grande di S.Rocco. All’edificio dette vita nel 1515 Bartolomeo Bon e quindi Antonio Scarpagnini che ne completò la facciata con l’erezione di un doppio ordine delle colonne.
L’interno della Scuola – chiesa è composta di due sale e da una saletta adibita alle riunioni della Confraternita. Una chiesa così grande ed austera ha suscitato pienamente la nostra meraviglia. Alcuni esponenti della Confraternita, saputo lo scopo della nostra devota provenienza ci ha accolto con stupore ed entusiasmo fornendoci notizie e cartina audio-guida per la visita alla Scuola-chiesa. Tutte le pareti ed i soffitti di quella al piano superiore sono ricoperti di teleri soprattutto di Jacopo Robusti (il Tintoretto). Alcuni appartengono a Sebastiano Ricci Schiavone ecc. L’altare maggiore è sovrastato dall’urna con il corpo di San Rocco e la statua di San Rocco di Bartolomeo Bon. Qui si è soffermata commossa a lungo la nostra Associazione “Amici di San Rocco di Supino” in preghiera, un po’ incredula di essere riuscita a giungere fin lì e fortemente emozionata davanti alle sacre spoglie del nostro caro taumaturgo “pellegrino”.
L’Arciconfraternita di Venezia ci ha promesso di contrarre, tramite la Curia di Roma un gemellaggio per il prossimo anno. Ci saranno scambi culturali e devozione. Un bravo dunque agli organizzatori ed… AD MELIORA con l’intercessione di San Rocco

Adriana Ersi, insegnante, socio onorario del Comitato di San Rocco e iscritta alla Associazione “Amici di San Rocco di Supino”

Festa del Socio 2007

Terza edizione della Festa del Socio di S.Rocco
Domenica 25 Marzo 2007 si è svolta a Supino, con grande successo, la terza edizione della Festa del Socio. Riportiamo alcuni passi dell'intervento del Presidente Massimo Alessandrini.
A nome del Consiglio Direttivo del Comitato di San Rocco desidero rivolgere un cordiale saluto alle autorità presenti, agli amministratori, ai presidenti delle associazioni e comitati ed un particolare saluto e ringraziamento a Don Antonio Boni, che ci segue e ci sostiene sempre con molta attenzione e naturalmente un saluto cordiale a tutti voi.
Colgo l’occasione anche per ringraziare tutto il consiglio direttivo del Comitato, ho il piacere di coordinare una squadra fortissima composta da tante persone che mettono a disposizione la propria esperienza, le proprie capacità, per condividere un straordinario viaggio organizzativo che attraversa momenti di fede, di solidarietà di aggregazione, di cultura elementi fondamentali che sono al centro dell’impegno del Comitato di San Rocco. Ed è bello anche sapere che sono tante le persone che ci seguono con tanto affetto nel nome di San Rocco, e la manifestazione di oggi è una dimostrazione di questa attenzione.
Parlavo di solidarietà, noi da sempre stiamo attuando progetti di solidarietà con interventi finalizzati alla Chiesa di San Rocco e San Sebastiano, perché riteniamo che questa chiesa sia importante. L’anno scorso, grazie al vostro aiuto, abbiamo restaurato la macchina processionale del Santo e quest’anno abbiamo voluto donare, attraverso il progetto un banco per la chiesa, 12 nuovi banchi. Oggi abbiamo inaugurato il progetto alla presenza delle autorità. Sicuramente attueremo ancora diversi interventi per questa
Chiesa allo scopo di renderla più operativa.
Intanto sono iniziati i preparativi della Festa di Settembre 2007.